Cecilia Macagno

The nest

IL MIO PROCESSO CREATIVO

La stanza dei ricordi e delle memorie

Nei mesi di quest’anno lungo ho lasciato crescere i capelli, ricci, indomabili. Quando mi alzo la mattina sono un intrico di nodi e sogni, nato dalla notte.
Il ricordo dei miei capelli di bambina è arrivato forte, ti svegli coi nidi nei capelli, diceva mia nonna.
Com’è piccola la bambina! I nidi lo sa cosa sono, quando ne trova uno, cascato per il gran vento, lo raccoglie, ne fa tesoro, piena di dispiacere se pensa che qualcuno, piccolo come lei, è rimasto senza casa.
Ma non sa cosa voglia dire avere i nidi nei capelli, si guarda e li cerca, ci passa le dita. Pensa che la nonna sia capace di vedere qualcosa che lei invece non trova. Fantastica un mondo fatto di nidi piccolissimi, abitato da uccelli minimi, fantastica di avere fili di paglia e altre piccole cose legate nei riccioli.
La nonna racconta tante cose, soprattutto la mattina, quando la pettina, tirando e sbuffando, chissà cosa le ricorda la situazione. Racconta della guerra e della pace, della vita, di matrimoni e delle nascite di bambini nuovi, di vecchi che invece da un giorno all’altro se ne vanno, di funerali. Più che liberarsi dei nidi, la bambina inizia a farsene qualcosa: ascolta, accoglie. Ride, piange. Desidera. Teme. Incontra parole nuove…com’è misteriosa la parola Morte, com’è fresca Acqua, melodioso Merlo. E tutto, tutto rimane intrecciato nei capelli. Non importa se siano corti, lunghi. Ogni parola è tenuta nel legame dei capelli, nei   legami della vita.
Ora sono lunghi, faccio la treccia pensando a quella di mia nonna che la sera quando si preparava per la notte, veniva sciolta e cascava come una lunga biscia viva sulla schiena. Io e i miei ricci restavamo lì, a guardare a bocca aperta. I nidi li raccolgo ancora. Faccio nido.